Venti di recessione tirano un po’ ovunque. La guerra rivendica senza sosta il suo prezzo di sangue e devastazione. Non ci sono più spazi sicuri dove accumulare tranquillamente capitali o dove condurre serenamente la propria esistenza. Il prezzo più alto di questa situazione lo pagano donne e uomini poveri, quelli che lavorano o che migrano, tutti coloro che vogliono affermare la propria libertà dal dominio e dalla sopraffazione. Il disordine è grande, ma la situazione non è propriamente eccellente. Sarebbe …
continua a leggere-
Non c’è pace senza lotte femministe!
di ASSEMBLEA PERMANENTE CONTRO LA GUERRA L’8 marzo noi, Assemblea permanente contro la guerra, sciopereremo, manifesteremo e ci organizzeremo insieme a milioni di donne e di queer in rivolta contro il patriarcato. Ovunque i movimenti femministi stanno facendo dell’opposizione al genocidio in Palestina una parola d’ordine. Ovunque le lotte femministe contestano la militarizzazione della società e i suoi effetti causati dalle guerre in Ucraina e a Gaza. Non solo la logica della guerra si sta diffondendo in tutto il mondo, …
continua a leggere -
Appello per un’assemblea online contro la guerra e la sua logica, per una politica transnazionale di pace (24 febbraio, ore 16)
-
Sterzare a destra travestiti da agnelli. Sull’approccio tedesco alla guerra, al razzismo e all’antisemitismo
-
Il collasso argentino
di Cecilia Abdo Ferez Il governo Milei in Argentina continua la sua lotta contro lavoratori pubblici e privati, nativi, poveri, donne, migranti, ricercatori e accademiche, nel nome di una “libertà che avanza” come un caterpillar schiacciando salari, risparmi, diritti sociali e servizi pubblici. Libertà diventa così il nome di una dittatura del mercato globale che neppure alcuni settori del padronato argentino (soprattutto quelli legati ai finanziamenti pubblici) sembrano in grado di sostenere, e che finisce per produrre la devastazione di …
continua a leggere -
Non c’è pace senza lotte femministe!
-
Il super martedì, la guerra e le crisi di egemonia
-
Lavoro. Maledetto lavoro #3. Manovre di guerra
→ Vedi anche «Lavoro. Maledetto lavoro» #1 e #2 Non è una novità che la guerra si imponga con la propria forza e la propria logica sulle possibilità e le forme della lotta tra capitale e lavoro. Non deve sorprendere allora che questa guerra, i cui effetti sono stati da subito mondiali e di cui vediamo moltiplicarsi le linee del fronte, stia contribuendo a redigere di suo pugno i bilanci degli stati, impegnati, ciascuno secondo le sue capacità, a rinsaldare quel …
continua a leggere -
Lavoro. Maledetto Lavoro #2. Il salario del lavoro migrante. Tra un salario minimo e uno decente
-
Lavoro. Maledetto lavoro #1. Abolire l’odiato reddito, restaurare l’antica famiglia
-
I trattori, la transizione energetica e la strada stretta del conflitto climatico di classe
di CLIMATE CLASS CONFLICT L’attuale ondata di proteste degli agricoltori mostra che sono in corso cambiamenti fondamentali nell’ambito della transizione verde, ma allo stesso tempo contribuisce a nascondere le condizioni materiali di milioni di persone, soprattutto migranti, che lavorano in quel settore. La transizione verde nel settore agricolo non ha a che fare solo con i profitti di grandi e piccoli agricoltori, ma impatta direttamente sul modo in cui milioni di donne e uomini sono costretti a riprodurre le loro …
continua a leggere -
Scioperare nella transizione: la lotta degli autoworkers nel conflitto climatico di classe
-
Certezze e incertezze della ricostruzione in Emilia-Romagna. E se fossimo noi l’emergenza?
-
Alcune domande a La scienza del valore di Michael Heinrich
di ISABELLA CONSOLATI La tesi principale di La scienza del valore. La critica marxiana dell’economia politica tra rivoluzione scientifica e tradizione classica di Michael Heinrich, pubblicato la prima volta 1999 e ora disponibile in traduzione italiana per PGreco, tradotto da Stefano Breda, è che la teoria marxiana comporta una rivoluzione scientifica nella storia delle scienze sociali. Marx non si sarebbe limitato a elaborare una nuova teoria, ma avrebbe contributo a creare un nuovo campo scientifico. In altre parole, egli avrebbe …
continua a leggere -
Gpa, la realtà e la sua narrazione
-
Rompere i fronti, superare i blocchi. Le nostre lotte per una politica di pace
-
Si può ancora dire classe? Appunti per una discussione
-
La guerra in Ucraina e le nostre lotte. Report della giornata di discussione del 15 gennaio
-
Il Pride, le divise e il demone dell’inclusività. Uno sguardo strabico contro la tradizione
di MALOCCHIO MOODY Seguo con qualche interesse il dibattito sulla partecipazione dell’associazione di poliziotti arcobaleno al Pride bolognese, che però mi sembra mancare il punto. Politicamente non condivido la posizione racchiusa nello slogan «il Pride è di tutt*» ma al tempo stesso è veramente difficile non registrare che le cose stiano poi effettivamente così. Mi viene in mente quando non troppi anni fa un rifugiato intervenne dal palco del Pride nella democratica Bologna e fu contestato dalle prime file del …
continua a leggere -
Iconografie cinesi
-
I dolori del giovane Renzi
-
La lotta palestinese vista dall’Iran e i rischi dell’islam politico
di FRANCESCO BRUSA via Dinamo Press Ripubblichiamo questa intervista a Siyâvash Shahabi, attivista iraniano rifugiato in Grecia, compagno dell’assemblea permanente contro la guerra (PAAW) e attivo all’interno del Transnational Migrants Coordination della Trasnational Social Strike Platform. Siyâvash sottolinea come chi sta a sinistra sia chiamato dal doppio compito di riconoscere e sostenere un movimento di liberazione nazionale, senza tuttavia smettere di chiedersi quale prospettiva e quale tendenza dovrebbe avere un tale movimento, interrogandosi su che narrazione comune occorra costruire. *** …
continua a leggere -
Sterzare a destra travestiti da agnelli. Sull’approccio tedesco alla guerra, al razzismo e all’antisemitismo
-
Rompere le catene coloniali. Intervista a Musaàb Bashir, attivista palestinese
-
Organizing the uprising amidst the impossible stability: towards the TSS meeting in Bologna
Recession winds blow almost everywhere. The war relentlessly claims its price in blood and devastation. There are no longer safe spaces to smoothly accumulate capital or to peacefully lead one’s life. The highest price of this situation is paid by poor people, women and men, workers and migrants, and by all those who want to assert their freedom from dominion and oppression. The disorder is vast, but the situation is not exactly excellent. However, it would be misleading to think …
continua a leggere -
The floods in Pakistan and the gendered effects of climate change. A conversation with Mariam Magsi
-
The metastasis of World War III
-
Intelligenza artificiale generativa e trasformazioni del lavoro autoriale
di LIA BRUNA Il recente dibattito scatenato dalle prime applicazioni commerciali dei sistemi di IA generativa, per la prima volta accessibili al grande pubblico nel 2022, ha sciolto ogni dubbio sulla possibilità di usare le categorie marxiane per interpretare le trasformazioni sociali derivanti dall’introduzione della tecnologia nei processi di produzione culturale. Sarà opportuno provare a capire in che cosa consistono queste trasformazioni nella vita di lavoratrici e lavoratori, prendendo in considerazione le mansioni autoriali dell’industria culturale, con particolare attenzione alla …
continua a leggere -
SDA Game: Work as you play. Play as you work
-
Per Yaya Yafa: logistica, migranti e i limiti del sindacato
-
Un lavoretto alla Presidenza del Consiglio dei Ministri
-
Stampare lauree honoris causa. Breve storia di Grafica Veneta e delle peripezie del suo padrone