venerdì , 19 Aprile 2024

Alfano Macht Frei

Alfano Macht Frei«Divieto di attesa improduttiva»: questa è la nuova frontiera del diritto del lavoro secondo la parola di Alfano, grande messia della ripresa economica. Stai fermo in un posto dove ti hanno forzatamente rinchiuso e aspetti che le tue sorti amministrative si rendano più chiare? Beh allora lavora, invece di non fare una mazza! Chissà che la proposta del ministro, riferita ai migranti in arrivo dalle coste nord africane, non convinca i sostenitori del lavoro gratuito. Chissà che non inizino a estenderla a settori fino a oggi esclusi. Vi immaginate che rischio andare in vacanza per uno studente (ricordate la proposta di Poletti)? O essere in degenza all’ospedale? I detenuti ne sanno qualcosa. Potresti trovarti da un momento all’altro con un aratro in mano

Possiamo riderci sopra, ma intanto è stata proposta veramente la messa al lavoro dei migranti in arrivo nei centri di accoglienza. Con buona pace di chi pensava che di schiavi non si potesse più parlare, dobbiamo ammettere che siamo in una fase in cui la figura dello schiavo si sta via via ridelineando, a seconda delle esigenze degli schiavisti.

La proposta di Alfano arriva assieme allo scandalo suscitato da un articolo sullo sfruttamento dei migranti italiani in Australia, costretti a lavorare per mesi nei campi in balia dei permessi di soggiorno e dell’avidità dei datori di lavoro. È evidente che qualcuno soffre di una rara forma di bipolarismo. La retorica del «ai nostri ragazzi non deve accadere» ci fa completamente dimenticare che ai ragazzi degli altri l’Italia, con le sue leggi orientate a governare una mobilità che continua a dimostrarsi refrattaria al controllo, fa esattamente lo stesso? Ma non ci rendiamo conto di come questo paese tenti di governare in modo ricattatorio anche noi, sottomettendoci al credo della precarietà e flessibilità a tutti i costi?

Alfano, ma se fossi in ospedale con una malattia in fase terminale e qualcuno ti dicesse che le mani per cucire un pallone le hai, lo faresti? Beh, ma lo sai quanti bambini ci sono all’asilo e al nido che stanno tutto il giorno a giocare? Per tutti quegli scansafatiche non hai nessuna proposta geniale? Per non parlare di quella maggioranza di pensionati che compongono il nostro paese e che diciamocelo, prendono dei soldi senza far proprio nulla: Alfano cosa ne faresti di loro? Viene da ridere a pensare che una delle prime reazioni, al grido di «sei uno schiavista», sia arrivata proprio da Salvini, ormai completamente concentrato sulle questioni dei migranti al punto da essere stato sgridato dai residenti di Ponte di Legno per le scarse attenzioni che dedica loro. I dubbi ci assalgono: ma non avevate fatto il Jobs Act per garantire posti di lavoro pagati? Oppure dobbiamo credere che tutto sia stato pensato per spalancare le porte degli inferi attraverso cui far entrare e uscire ogni genere di porcata contrattual-legislativa che venga proposta? Mmmmh…quante domande.

Alfano, ma se ti rispondessero di no, che cosa faresti? Non gli darai più da mangiare, da bere, quale sarebbe la sanzione? Il retrogusto razzista è evidente cosi come quel vago sapore di fatti storici precedenti, in cui i campi di lavoro giocavano un ruolo centrale. Ma ridurre tutto al solo «sei un fascista» non ci pare sufficiente. Questa proposta è figlia di un processo che dura da decenni e che ha visto i migranti divenire area prioritaria di sfruttamento. Con il nulla osta dello Stato, garante legislativo principale di questa schifezza, da anni si gettano le basi sulle quali un Alfano qualunque può strutturare proposte del genere: la Turco-Napolitano prima e la Bossi-Fini dopo sono leggi sul lavoro prima ancora che leggi sulle migrazioni. Con i migranti si sono sempre realizzate le prove per sviluppare uno sfruttamento lavorativo generalizzato e chissà che anche questa volta non stiano testano quanto in là possono spingersi.

Gli Alfani, però, dimenticano che sono stati proprio i migranti a portare avanti negli ultimi anni alcuni dei più importanti scioperi politici, che sono stati proprio i migranti a opporsi in ogni modo ai ricatti del lavoro e del permesso che gli rendevano impossibile uscire dalla miseria in cui venivano costretti a vivere. I migranti sono migranti, ma non sono scemi. Se gli dici di lavorare gratis, ti diranno: No!

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