∫connessioni precarie

Assemblea online della Transnational Social Strike Platform: lotte transnazionali nel mondo post-pandemico

di TRANSNATIONAL SOCIAL STRIKE PLATFORM

English

Il 3 ottobre dalle 18 alle 20, la Transnational Social Strike Platflorm organizza un’assemblea online per discutere del panorama politico attuale e di quello emergente, alla ricerca dei fili comuni fra le nostre situazioni locali e lotte specifiche, per esplorare la possibilità di un’iniziativa collettiva di massa transnazionale. Invitiamo a partecipare collettivi di lavoratori e di migranti, sindacati, attiviste e attivisti dei movimenti sociali.

Registrati a questo link per ricevere il collegamento zoom.

La pandemia e la ricostruzione post-pandemica rendono sempre più evidente l’esistenza di un campo di battaglia transnazionale definito da una parte dal conflitto fra i processi di comando, sfruttamento e valorizzazione e, dall’altra, dai movimenti sociali che – sebbene spesso in maniera isolata e frammentata – contestano questi processi.

Un campo di battaglia transnazionale già emerso all’indomani della crisi finanziaria del 2008, quando rivolte e sollevazioni in tutto il mondo si sono scagliate contro nemici transnazionali, richiamandosi a vicenda oltre i confini. Lo sciopero femminista ha costruito connessioni transazionali fra lotte diverse e isolate contro il patriarcato e lo sfruttamento; gli scioperi nei magazzini della logistica e nelle fabbriche e le lotte dei migranti e delle migranti hanno contestato il potere delle catene di produzione transnazionale mentre sfidavano confini e razzismo istituzionale.

Gli eventi recenti in Afghanistan dimostrano la portata delle trasformazioni politiche che si dispiegano davanti a noi, quanto gli equilibri globali siano mutati negli ultimi vent’anni e la necessità di una risposta transnazionale che sia capace di affrontare tutte queste sfide. In questo quadro, la pandemia sta trasformando le coordinate dell’azione politica, innescando ulteriori processi di organizzazione transnazionale e contemporaneamente ristrutturando le condizioni di produzione e riproduzione sociale in modo tale da ostacolare quegli stessi processi.

Sono emerse nuove forme di comunicazione politica transnazionale. La rete Essential Autonomous Struggles Transnational (E.A.S.T.) e il Transnational Migrants Coordination (TMC) hanno prodotto numerosi esperimenti di mobilitazione di lavoratori, migranti, donne e persone LGBTQ+, sfuggendo all’isolamento e alla frammentazione delle lotte e favorendo la connessione di condizioni apparentemente incomparabili. Negli ultimi anni, Amazon Workers International ha organizzato un fronte transnazionale contro il colosso di Seattle, permettendo così ai lavoratori e alle lavoratrici di Amazon di diversi continenti di avanzare pretese comuni.

Allo stesso tempo, mentre la parola d’ordine dello sciopero femminista ha raggiunto luoghi nuovi, come l’Europa centrale e orientale, una violenta reazione patriarcale sta riaffermando la centralità della famiglia e provando a piegare le vite delle donne al servizio della ripresa nazionale. Contemporaneamente, la ricostruzione post-pandemica sta già stabilendo nuove forme di differenziazione e frammentazione – attraverso politiche industriali, patti sulle migrazioni, dinamiche finanziarie e piani di ricostruzione nazionale – che interesseranno significativamente le condizioni materiali di lavoratori e lavoratrici, donne, migranti e la loro capacità di organizzarsi e lottare.

Come TSS pensiamo sia tempo di affrontare lo scenario politico emergente e i processi transnazionali che caratterizzano le nostre esperienze quotidiane. Ciò che è in gioco ora è la capacità di espandere e rafforzare la comunicazione politica e di costruire risposte coordinate alla ricostruzione post-pandemica.

Siamo convinti che questi processi non possano essere affrontati solamente al livello europeo, perché le politiche dell’UE – come quelle definite dai Recovery plan, dal nuovo accordo sulle migrazioni e l’asilo, e dai vari accordi bilaterali sulle migrazioni – stanno già interessando le condizioni di vita e di lavoro di milioni di persone che vivono fuori dai confini istituzionali dell’Europa – dalla Georgia alla Turchia, dal Regno Unito ai paesi del Nordafrica e dell’Africa centrale. Allo stesso tempo, lo spazio europeo è e rimane una dimensione cruciale per lo sviluppo di una comunicazione politica e di lotte comuni contro la retorica nazionalista.

Il 3 ottobre discuteremo collettivamente di come rafforzare e immaginare le nostre lotte in un contesto in cui i processi di valorizzazione capitalistica e di riproduzione sono sia globali che differenziati, e di come fare per rendere il campo di battaglia transnazionale il nostro terreno di scontro.

Vogliamo discutere questa situazione a partire da tre terreni di lotta principali, che sono stati trasformati significativamente durante la pandemia.

  1. Salari, condizioni di lavoro e transizione ecologica: dall’attenzione ai cosiddetti “lavori essenziali” ai diversi e differenziati effetti delle misure di isolamento, la pandemia ha portato con sé una riorganizzazione del lavoro, mentre la cosiddetta “transizione ecologica” sta preparando il terreno per nuove forme di produzione e riproduzione sociale, ma anche per nuove lotte. Pensiamo ci sia bisogno di uno sforzo collettivo per capire e anticipare questi fondamentali terreni di conflitto.
  2. Welfare e riproduzione sociale: mentre i sistemi di assistenza sanitaria sono stati sommersi dalla pandemia, i sussidi sono sempre più legati alla disponibilità di lavorare a qualsiasi condizione, a programmi di riqualificazione dei lavoratori e alla rinascita della famiglia come istituzione sociale, rafforzando la reazione contro l’insubordinazione delle donne, e in modo particolare delle donne migranti, e delle persone LGBTQ+. Pensiamo sia necessario trovare forme di comunicazione politica fra diverse condizioni e discutere come connettere la lotta contro la reazione patriarcale con una lotta generale contro lo sfruttamento nella ricostruzione post-pandemica.
  3. Lavoro migrante dentro e fuori l’UE: il fatto che il lavoro migrante sia ‘essenziale’ in molti campi comporta ulteriori limitazioni e la riconfigurazione del razzismo istituzionale come modo per regolare la mobilità e il mercato del lavoro. Ciò che accade in Europa si inserisce in un più ampio scontro sulla mobilità nell’Europa transnazionale, oltre i suoi confini istituzionali. Pensiamo sia necessario discutere come esperienze e condizioni diverse siano connesse e come il lavoro migrante sia un campo di battaglia cruciale nella ricostruzione post-pandemica.

L’assemblea si terrà online e la partecipazione è aperta a lavoratori e lavoratrici, migranti e non, sindacati, attiviste e attivisti che vogliono discutere queste sfide transnazionali, proporne altre e cercare una risposta collettiva.

Per partecipare, compila il form: https://forms.gle/N9woKqTDACfLSA5v8

Per maggiori informazioni o domande, scrivi a: info@transnational-strike.info

Articoli ∫connessi

di FRANCESCO BRUSA via Dinamo Press Ripubblichiamo questa intervista a Siyâvash Shahabi, attivista iraniano rifugiato...

di FRANCESCO BRUSA via Dinamo Press Ripubblichiamo questa intervista a Siyâvash Shahabi, attivista iraniano rifugiato...

LEGGI ALTRO DA ∫connessioni globali

A partire dalla primavera dello scorso anno, in numerose università statunitensi si sono svolte massicce manifestazioni e partecipate occupazioni da...

Non è facile opporsi a Trump quando una decina di senatori democratici, su iniziativa del...

Shock and awe e rapid dominance: annichilire il nemico con un domino rapido. I mezzi,...

A partire dalla primavera dello scorso anno, in numerose università statunitensi si sono svolte massicce...

Non è facile opporsi a Trump quando una decina di senatori democratici, su iniziativa del...

Shock and awe e rapid dominance: annichilire il nemico con un domino rapido. I mezzi,...