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Brasile: non solo il prezzo di un biglietto

Brasile. Non solo il prezzo di un bigliettodi MARIO SPEZZAPRIA – São Paulo, 25 giugno 2013

Gli avvenimenti dell’ultima settimana sono stati di grande rilevanza per la vita politica brasiliana. La rivendicazione principale dell’enorme manifestazione pacifica del 17 giugno per le vie di São Paulo era stata la revoca dell’aumento delle tariffe dei trasporti pubblici, associata al ripudio della violenza della polizia militare che aveva duramente reagito alle manifestazioni precedenti. Come già accaduto in altre città del paese, mercoledì 19 giugno i governi di São Paulo e Rio de Janeiro hanno finalmente revocato gli aumenti. Da allora, le manifestazioni non si sono mai interrotte, ma le proteste hanno cominciato a essere gestite da gruppi di manifestanti che intonavano canti d’orgoglio nazionale e slogan tradizionalmente associati alla destra conservatrice. Già a partire da lunedì, mentre la popolazione scesa in piazza prendeva coscienza della propria forza, l’obiettivo specifico delle riduzioni tariffarie si diluiva nelle parole d’ordine generiche d’esaltazione del patriottismo brasiliano, «contro la corruzione» e contro i partiti. Questa parziale trasformazione delle manifestazioni in senso antipartitico si è avvalsa del fatto che la campagna del MPL («Movimento Tariffa Libera», organizzatore delle prime proteste, con lo scopo unico della revoca degli aumenti delle tariffe dei trasporti) è formalmente slegata dall’appoggio dei partiti. Nei giorni successivi, le proteste in varie città del Brasile hanno cominciato a essere caratterizzate da azioni di caos, violenza, da episodi di rottura di vetrine e d’invasione dei negozi, furti e incendi di veicoli. La grande stampa e le principali reti televisive, controllate dai grandi gruppi d’interesse del paese, hanno iniziato a sostenere gli slogan e le rivendicazioni di stampo conservatore che si sentivano in piazza, indirizzandoli fortemente in senso antigovernativo e antipetista (cioè di opposizione al PT, il Partido dos Trabalhadores).

Al momento, le contestazioni che si stanno tenendo nelle principali capitali brasiliane manifestano soprattutto una diffusa insoddisfazione generale e sono caratterizzate da rivendicazioni non univoche, anzi talvolta contrastanti. In tale contesto, appare evidente che non è possibile considerare la questione come un «semplice» scontro tra  sostenitori di istanze «di destra» e «di sinistra». La situazione va vista piuttosto a partire del quadro di scontento generale dei cittadini brasiliani per le mancate riforme da parte degli ultimi governi. L’azione di governo del PT durante questi ultimi anni di governo è stata caratterizzata da una distribuzione di denaro pubblico a favore di progetti d’assistenza alla popolazione, da una politica d’incentivazione dei consumi e conseguentemente da una crescita del mercato interno, ma allo stesso tempo dalla mancanza di radicali riforme strutturali, soprattutto nei settori della salute e dell’educazione. Così, dopo dieci anni di governo del PT (otto di Lula e due di Dilma Rousseff, attuale presidente in carica), la larga parte della popolazione brasiliana, di tutti i ceti e di tutte le tendenze politiche, osserva con sgomento il permanere di una situazione sanitaria che continua a essere molto preoccupante, con gravi carenze nell’assistenza medica e nelle strutture ospedaliere pubbliche, e con un’istruzione pubblica, soprattutto primaria, pesantemente insufficiente.  Questo mentre la classe politica si rende protagonista di gravi scandali per corruzione, che hanno coinvolto importanti dirigenti dello stesso PT. Paradossalmente, il Partito dei Lavoratori, l’unico in Brasile di formazione e composizione non elitaria, ha accompagnato in questi anni la crescita e il rafforzamento di una classe media che è tradizionalmente conservatrice (e che quindi gli è politicamente ostile), la quale proprio in virtù del miglioramento delle proprie condizioni reclama maggiore spazio politico all’interno dei processi di costruzione del paese, e si sente nelle condizioni di esigere con più forza un’amministrazione decente della cosa pubblica. Tutto ciò avviene sullo sfondo del permanere di alcune «strutture» ereditate dai tempi della dittatura militare, come la gestione e organizzazione della polizia militare, quotidianamente responsabile di azioni molto violente soprattutto nelle periferie delle città, e braccio repressivo del sistema politico corrotto.

Le attuali proteste di piazza possono dunque essere considerate come una reazione collettiva a una semplice diagnosi di base, ossia che in dieci anni di governo del Partito dei Lavoratori gli unici risultati tangibili sembrano essere questi: un’enorme diffusione della corruzione, la mancata realizzazione di quelle riforme politiche e sociali che fanno parte del programma politico del PT, e che la grande maggioranza della popolazione e della base elettorale petista considera essenziali per il Brasile, e il permanere di condizioni precarie di salute e educazione in larghissimi strati della popolazione. È dunque a partire da tali considerazioni che parte delle proteste di piazza di questi giorni ha assunto delle connotazioni vagamente anarchiche, rivendicando un modello di azione apartitica (come se i partiti corrotti fossero la causa di tutti i mali), che sta offrendo spazio alla strumentalizzazione da parte di gruppi di destra, reazionari e conservatori, che, con il sostanziale appoggio della grande stampa, vedono nella critica all’azione politica del PT la possibilità di destabilizzare il governo in carica.

In questo quadro complesso e in continua evoluzione, basato su un’instabilità politica molto forte, e in presenza di forze conservatrici che tendono a «depoliticizzare» il significato delle manifestazioni, vale la pena sottolineare al contrario il carattere politico e la forza strategica dell’azione del MPL. L’obiettivo dell’abbassamento progressivo delle tariffe dei trasporti, e del riconoscimento a livello costituzionale del trasporto pubblico come diritto dei cittadini al pari della salute e dell’educazione, mira infatti ad agire proprio in uno dei settori maggiormente colpiti dalla corruzione, che è unanimente riconosciuta come una delle piaghe del paese. In tal senso, al di là delle riduzioni tariffarie che sono riconosciute in molte città del Brasile, è sicuramente una vittoria politica del movimento l’aver ottenuto di fatto l’ingresso di tale tema nell’agenda politica di tutti i politici che si presenteranno alle prossime elezioni.

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