Tocca ripetere sempre le stesse cose. E non si sa nemmeno come rispondere alla domanda: ma davvero vale la pena rispondere a uno come Renzi, che ci dice che non sappiamo più soffrire come si deve? Renzi il più delle volte si risponde da solo. Se fosse ancora vivo, persino il cinico Marchionne, che in occasione del referendum costituzionale aveva …
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Tra la Smorfia e il sogno, ovvero dell’importanza dei numeri in politica
Benché abbiano fornito contributi interessanti al dibattito politico nazionale e transnazionale in materia di lavoro e sfruttamento, i molti illuminati pensatori, militanti e politologi che abitano in massa questa fantastica Europa non hanno mai pensato di leggere i cambiamenti politici attuali che ci attraversano su scala globale attraverso l’essenziale prospettiva della Smorfia napoletana, testo fondamentale per la comprensione dell’agire umano …
continua a leggereIl capitale disumano. Il governo italiano e l’investimento sulla povertà
Dobbiamo ammetterlo, questa volta il governo ci ha colto di sorpresa pubblicando un dis∫ocial di sua spontanea volontà, dimostrando di non avere ormai nemmeno l’ambizione di assumere le più vaghe sembianze di uno Stato orientato al benessere. Ci riferiamo al recente opuscolo diffuso dal sito investinitaly.com – il portale dell’ICE, l’agenzia per la promozione all’estero e l’internalizzazione delle imprese italiane, …
continua a leggereTelegramma dalla scuola
di GEROLAMO CARDINI Strangelove non perde occasione per mostrare all’Italia tutto il suo nuovismo di facciata. Anche sulla scuola, infatti, il suo metodo lo pone tra gli eredi del centralismo democratico: si ascoltano (o, meglio, si finge di ascoltare) tutti e poi si procede a eseguire quanto si era già deciso, come se non avessero parlato. Stalin ne sarebbe stato …
continua a leggereIl Civil Act e la riforma del terzo settore 1: la trappola della solidarietà
di LAVORO INSUBORDINATO Ormai quasi un anno fa, nel maggio del 2014, il nostro boy-poco-friendly Renzi ha lanciato le nuove linee guida per la riforma del terzo settore che, con British humor, ha chiamato Civil Act. Anche se abbiamo solo il nome inglese di indicazioni che però non sono ancora state tradotte in decreto, è utile guardare alla direzione in …
continua a leggereLa buona scuola: il vecchio che avanza
di GEROLAMO CARDINI Più che la scuola, nel disegno di legge (ddl) presentato dal governo in materia, di buono c’è solo la sòla, come dicono a Roma. E se una sòla è buona, cioè fatta bene, c’è poco da stare allegri. Dopo che il 60% circa dei partecipanti alla consultazione on line sulla «Buona scuola» ha sostanzialmente bocciato il progetto …
continua a leggereLa buona scuola e il cattivo povero
Ci hanno recentemente detto che la scuola è l’ambito attraverso cui è possibile rilanciare l’occupazione e l’imprenditoria all’italiana, perché è attraverso l’educazione che si combatte in maniera strutturale la disoccupazione. Per cui sappiate che a breve dovremmo correre tutti a riscriverci alle scuole, è «un investimento», non solo per Renzi ma anche e soprattutto per noi. Cosa studiare? L’offerta formativa …
continua a leggereIl declino del lavoro standard
di MAURIZIO FONTANA Come attestano i dati più recenti sulle tipologie occupazionali, il processo di frammentazione del lavoro dentro la crisi ha subito nel nostro paese un’accelerazione, favorita dai provvedimenti legislativi assunti da tutti i governi succedutisi dall’inizio della crisi, che non ha eguali in Europa. Per quanto la crescente precarizzazione del lavoro sia una tendenza di fondo omogenea a …
continua a leggereCreate and organize counterhegemony in Europe
→ IT The 11th of July See you on July 11. For what? Supposedly, the meeting is not an attempt to compensate other demonstrations that have been not properly successful. So, see you on July 11 to «demonstrate» that the social opposition to the regime of wage will not accept another intensification of precarization, expropriation and austerity. A correct description …
continua a leggereCreare e organizzare controegemonia in Europa
→ EN Undici luglio Ci vediamo l’undici luglio. A fare cosa? Si suppone che l’appuntamento non serva a pareggiare i conti per altre manifestazioni che non sono andate proprio benissimo. Ci vediamo l’undici luglio per «dimostrare» che l’opposizione sociale al regime del salario non accetta l’ulteriore intensificazione dei processi di precarizzazione, di espropriazione e di austerity. Descrivere correttamente la situazione …
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