martedì , 19 Marzo 2024

Tra la Smorfia e il sogno, ovvero dell’importanza dei numeri in politica

Benché abbiano fornito contributi interessanti al dibattito politico nazionale e transnazionale in materia di lavoro e sfruttamento, i molti illuminati pensatori, militanti e politologi che abitano in massa questa fantastica Europa non hanno mai pensato di leggere i cambiamenti politici attuali che ci attraversano su scala globale attraverso l’essenziale prospettiva della Smorfia napoletana, testo fondamentale per la comprensione dell’agire umano e che, come vedremo, apre interessanti scorci di riflessione sui governi, i governanti e le loro politiche.

Si potrà immediatamente obiettare che la Smorfia parte dai sogni e li traduce in numeri dotati di un senso mistico, mentre politica e politici sono più che concreti. Effettivamente è vero. Ma se una dimensione onirica esiste, è quella dei governanti che sognano di vederci schiavi, e i numeri non mancano. Ciò che sembra latitare, però, è il senso mistico che racchiudono quei numeri ed è proprio grazie alla Smorfia che sarà possibile comprenderne la portata. Tesi apparentemente ridicola, ma che saprà fornirci spiegazioni concrete. I casi considerati saranno due, il governo italiano di Renzi e quello francese di Macron. La comparazione è d’obbligo per rendere più evidente la rilevanza di questa possibile chiave di lettura. In particolare alcuni numeri risultano centrali: l’80, l’81, il 23, il 41 e il 73.

L’80 di Renzi lo conosciamo tutti. Rimanda al sogno di una vita precaria finalmente superata, al sogno di offrire al mondo dei dipendenti sfruttati una possibilità concreta di arrivare a fine mese sereni, con un sorriso che li sovrasta…insomma, qualcosa tra il sogno e il pieno delirio maniacale.

L’81 è tutto nuovo, appena sfornato dalle previsioni relative all’applicazione dell’abbassamento delle imposte promosso dal governo Macron qualche giorno fa. 81 sarebbero gli euro di beneficio annuo di cui godrebbero i Iavoratori delle fasce più basse, insomma praticamente il 90% dei salariati francesi, mentre il 10% di straricchi godrà di un beneficio di gran lunga maggiore.

Ma senza aggiungere altro, avremmo solo delle cifre che nulla ci dicono sul reale senso di queste manovre politiche. La Smorfia risulta dunque fondamentale. L’80, che simboleggia la bocca, rimanda chiaramente alla dimensione comunicativa, ovvero ci dice senza alcun margine di dubbio che questo soggetto è «nu vuccazzaru», che non è semplicemente una crasi talmente ben riuscita da risultare icastica, ma un termine diffuso a sud di Napoli per indicare uno che, come dire, è «bravo a parole», appunto con la bocca, ma da cui è bene non attendersi una reale capacità di innescare cambiamenti rilevanti per la maggior parte della popolazione. Insomma un parolaio: la Smorfia ci dice allora chiaramente qualcosa su Renzi e il suo agire politico.

L’81, dal canto suo, rimanda ai fiorie quando siamo sicuri di avere a che fare con i fiori? Quando andiamo al cimitero. L’81 simboleggia quindi dei chiari intenti omicidi di Macron nei confronti dei diritti dei suoi connazionali francesi. Ma potrebbe rimandare anche alla dimensione del perdono. Macron con questi 81 euro, in pratica, sta simbolicamente decorando la tomba dei francesi, chiedendo al contempo scusa per averli uccisi. Carino da parte sua.

Ma manca ancora un aspetto rilevante per comprendere il contesto in cui i nostri risolvono i nostri problemi. Dobbiamo infatti comprendere di più su queste due figure inquietanti. Per farlo ci rifaremo quindi ai numeri che emergono dalle percentuali di voto con cui Renzi e Macron hanno avuto una legittimazione politica. Certo per Renzi non possiamo realmente parlare di legittimazione, ma solo del modo in cui ha usato le Europee prima e le primarie poi per «autorizzarsi» a governare il paese. Alle Europee e alle primarie Renzi ha ottenuto il 41% e il 73% di voti, mentre dall’altro lato delle Alpi Macron è salito al governo con una percentuale del 23%. Dobbiamo quindi smorfiare questi numeri per cercare di comprendere meglio la sostanza di questi due governanti.

Potrebbe sorprendere i più scoprire che tanto il 23 quanto il 73 rimandano a delle condizioni patologiche. Il 23 rappresenta lo scemo, il che lascia ben pochi margini di fraintendimento sulla sostanza di Macron. Più incerta, invece, è la patologia renziana. Il 73, che rappresenta l’ospedale, inteso come luogo della malattia, potrebbe voler dire che Renzi è da ricoverare perché malato (o che era ricoverato ed è fuggito), oppure indicare il luogo in cui finiremo una volta compiuto il progetto che la sua sinistra ha in mente. Il 41, però, ci permette di dettagliare con maggior precisione il senso di questo personaggio. Si tratta del coltello e chiarisce, senza ombra di dubbio, che Renzi intendeva fin da subito farci a pezzetti e mandarci alla morte. In ogni caso, il suo intento è quello di affliggerci e infliggerci del dolore. Certamente scegliere come data del referendum il 4, è altrettanto indicativo del personaggio. È il numero del maiale, simbolo di ingordigia e sporcizia. Ma viste le sorti cui lo ha condotto, una lettura giappo-partenopea risulta molto più utile. Alla simbologia del maiale, infatti, è doveroso associare il senso di morte che per i giapponesi accompagna questo numero. L’ideogramma del quattro e quello della morte sono particolarmente simili. La data scelta conteneva in se stessa le sorti di chi ne ha fatto uso. Povero Matteo, non conoscere la mistica giappo-partenopea può avere delle terribili conseguenze. 40 i favorevoli, il numero dell’ernia, ma che simboleggia altresì l’idea di contagio. Tutto torna, 40 era infatti la percentuale di persone affette dalla stessa patologia renziana, seppur a stadi diversi. Mentre 59, la percentuale dei contrari, nella smorfia rappresenta il pelo, ovvero la volontà di eliminare il pelo o manto superfluo che ricopre parti del nostro «corpo». Rappresenta allo stesso tempo un’opposizione al contagio renziano, a un male che ci avvolge e nel caso specifico ci accoltella.

Quanto detto fin qui, dunque, ci fornisce un quadro più che esaustivo della situazione italiana e francese: due contesti in cui uno scemo sta cercando di uccidere a forza di leggi inutili i precari su cui governa e un malato ce parla a vanvera mentre si sollazza tra un taglio e l’altro. Ma questo scenario trova una sua fonte comune, una fonte che lega questi due paesi politicamente. La cara Europa. Anche qui smorfiare risulta necessario. È del ‘52 la prima formazione europea che includeva tra gli altri Italia e Francia. 52 è il numero della Mamma… e come un napoletano sa bene, «ogni scarrafone è bello a mamma soja»!!

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